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Esami

Test per intolleranze ed esami del sangue a Bitritto

Il prelievo del sangue è la prima basilare operazione che prelude all'esecuzione delle analisi. Per ottenere dei risultati attendibili, occorrono delle piccole precauzioni ed in particolare quasi tutte le analisi richiedono il digiuno dalla sera precedente ed è sconsigliabile effettuare il prelievo se la sera prima si è consumato un pasto ricco di grassi. L'assunzione di acqua non interferisce nell'atto del prelievo. 
Ogni paziente munito di impegnativa del medico, attende il proprio turno in sala d'aspetto previa prenotazione da effettuare in sede o tramite e-mail. Giunto il suo turno, passa in accettazione: il personale amministrativo provvede a caricare i suoi dati nell'apposito programma. Il personale addetto ai prelievi fa accomodare il paziente in sala prelievi. Il prelevatore verifica le informazioni indicate sulla richiesta di analisi e predispone un numero di provette adeguate al numero e al tipo di analisi richieste.
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Microbiologia

Il Centro di Analisi e Diagnistica CAD accreditato dalla Regione Puglia, supporta le esigenze di validazione dei test di laboratorio degli utenti, rispettando i requisiti della norma. I laboratori di Microbiologia e Virologia svolgono attività di diagnosi, sorveglianza e di consulenza nell'ambito delle discipline microbiologiche: Batteriologia, Biologia molecolare, Micologia, Parassitologia, Sierologia per agenti infettivi e Virologia, sia per pazienti ricoverati che per gli utenti esterni. In particolare si eseguono:
- esami batterioscopici
- ricerche dirette di batteri e loro identificazioni
- antibiogrammi
- ricerche dirette di virus
-analisi di resistenze a farmaci antivirali
- esami sierologici verso agenti infettivi
- ricerche dirette di parassiti ematici e fecali
- ricerche di microrganismi vari eseguite mediante tecniche molecolari
Il laboratorio di Microbiologia e Virologia ha due funzioni principali nell' assetto sanitario:
a) la diagnosi di infezione nel singolo paziente, direttamente collegata alla cura del paziente
b) il supporto alla prevenzione e al controllo delle infezioni.
La Microbiologia, grazie ai requisiti normativi e ai progressi tecnologici, è diventata una scienza specialistica, sempre più esigente. Se da un lato, i progressi dei metodi microbiologici rapidi e delle tecniche alternative basati sull’automatizzazione, utilizzano forme di acquisizione dati da convalidare solo se soddisfano i requisiti per l'applicazione prevista, dall’altro la variabilità relativamente elevata che si presenta nella Diagnostica Microbiologica, necessita sempre di interpretazione da parte del Microbiologo, sulla base delle competenze in Microbiologia medica e clinica. Il referto interpretativo che viene prodotto rappresenta così un valido supporto al medico, in particolare quando riporti un commento o giudizio diagnostico che il professionista microbiologo aggiunge a completamento degli esami eseguiti. CAD si attiene agli standard di qualità sopra descritti, in particolare è garante della tracciabilità dei risultati dei pazienti, dell'uso di tecniche e reagenti standard, incluso i controlli di qualità esterni ed interni, della condivisione della documentazione e dei programmi di formazione. A tal fine il personale del Laboratorio ha predisposto procedure operative standard appropriate per convalidare tutto il lavoro.

Test intolleranze alimentari

Le intolleranze alimentari sono reazioni indesiderate del corpo causate dall’assunzione di alimenti contenenti sostanze che l’organismo non riesce a metabolizzare nel modo corretto.
Le allergie alimentari, al contrario delle intolleranze, si presentano sotto forma di reazioni non tempestive.
I sintomi delle intolleranze alimentari possono, in alcuni casi, trasformarsi in cronici.
Con i Test intolleranze Alimentari è possibile diagnosticare un’intolleranza. Il Test, infatti, permette di individuare quali sono gli alimenti responsabili del proprio malessere. 
Basterà escludere dalla propria dieta l’alimento in questione per un periodo di 2 o 3 settimane, per verificare la scomparsa o la persistenza dei sintomi una volta reinserito. Si consiglia di rivolgersi sempre al proprio medico o avvalersi della consulenza di un nutrizionista. 
Tra le più comuni troviamo l’intolleranza al lattosio e l’intolleranza al glutine.

L'IMPORTANTE E' DIAGNOSTICARLE MEDIANTE PRELIEVO EMATICO. DIFFIDATE DI TUTTI I TEST DI DIVERSA NATURA PERCHE' NON HANNO VALIDITA' SCIENTIFICA

Biochimica clinica

La chimica clinica, o biochimica clinica, è un ramo della biochimica di laboratorio che si occupa dello studio delle alterazioni biochimiche di natura patologica e dell'applicazione di tecniche analitiche chimico-strumentali ed immunochimiche per effettuare determinazioni diagnostiche o di routine sui liquidi biologici. Essa è di ausilio ai servizi di patologia clinica, specialità medica che si occupa di raccogliere e interpretare i dati analitici provenienti da diversi reparti specialistici di medicina di laboratorio con lo scopo di poter effettuare una diagnosi chiara e precisa. La biochimica clinica rappresenta anche un supporto alla tossicologia, nell'ambito di comuni determinazioni biochimiche. Esistono metodiche di laboratorio particolarmente accurate per la determinazione di specifiche classi di parametri analitici. Quando diverse metodiche, che possono essere utilizzate in modo equivalente, in base alla dotazione di laboratorio, portano a risultati sensibilmente differenti in funzione della metodica utilizzata, è necessario indicare nel referto anche la tecnica utilizzata per effettuare la determinazione dello specifico parametro. Nei casi più comuni, la refertazione viene effettuata indicando il parametro oggetto della misura, il livello di precisione e l'unità di misura utilizzata. I valori ricavati vengono poi comparati con gli intervalli di valori ritenuti fisiologici; in seguito ad anamnesi, esame obiettivo ed eventuali altri controlli specialistici il medico potrà poi essere in grado di effettuare una diagnosi patologica. Vengono comunemente effettuate in chimica clinica le seguenti determinazioni: 

• Carboidrati e loro metaboliti
• Azoto non proteico
• Proteine
• Lipidi
• Ormoni
• Enzimi ed isoenzimi
• Emoglobina e suoi metaboliti
• Elettroliti e oligominerali
• Vitamine
• Emogasanalisi (ioni idrogeno, bicarbonatemia, anidride carbonica, ossigeno)
• Osmolarità
• Sostanze utilizzate per studi funzionali (es. inulina, acido p-amminoippurico, fenosulfonftaleina ecc.)
• Farmaci e tossici

Ematologia

Gli esami del sangue sono una tecnica di diagnostica medica che attraverso il prelievo venoso di sangue valutano i parametri ematici del paziente evidenziando il suo stato di salute generale: il sangue umano viene prelevato dal paziente e trasferito ad apparecchiature e analizzatori per valutarne la composizione e i fattori che indicano problemi o patologie. Spesso gli esami vengono condotti in un laboratorio di analisi, ma negli ultimi anni, grazie alla miniaturizzazione della tecnologia è possibile spostare l'attrezzatura verso il paziente, con gli analizzatori portatili o point of care. La valutazione delle misure effettuate, per derivarne un quadro clinico, viene fatto da un medico specializzato, che ha bisogno di valutare il complesso di più parametri e conoscere elementi essenziali sul paziente, quali l'età, il sesso, l'etnia e l'attuale stato di salute. Il solo confronto con le misure di riferimento (cosiddetti valori di riferimento) è spesso dannoso e disinformativo. Spesso tali esami, assieme agli esami delle urine, sono necessari per procedere ad eventuali interventi chirurgici in ambito ospedaliero, altre volte costituiscono esami iniziali da cui procedere per ulteriori screening diagnostici per giungere alla patologia.

Prelievo e conservazione
Solitamente il prelievo viene effettuato al mattino per ottenere una migliore standardizzazione e ridurre la variabilità biologica. Si utilizza sangue venoso prelevato dalle vene dell'avambraccio o, più raramente e per esami specifici, il sangue capillare dei polpastrelli (digitopuntura). Diversi fattori possono influenzare o alterare i risultati dei test come ad esempio l'attività fisica, diversi farmaci, l'ora della raccolta, la postura, uso improprio del laccio emostatico durante il prelievo (il quale non dovrebbe essere neanche utilizzato per determinati esami in quanto altera il valore)[1][2][3], etc. Il prelievo secondo la CLSI (Clinical and Laboratory Standards Institut) deve essere eseguito preferibilmente con un determinato ordine delle provette e nel raccordo tra ago e provetta non deve essere presente aria. Per evitare contaminazioni o la rottura dei delicati globuli rossi (emolisi) sono necessarie diverse precauzioni nel prelievo e nel trattamento del campione ematico, alcuni esempi: 

• l'ago utilizzato deve essere di dimensioni non troppo ridotte
• tutti gli strumenti e contenitori devono essere puliti, sterili, asciutti e non devono contenere tracce di detergenti
• il laccio emostatico non va mantenuto per più di 2 minuti

Il sangue prelevato può essere conservato sotto forma di: 

• Sangue intero, con l'aggiunta di anticoagulanti
• Plasma, ottenuto da sangue intero con anticoagulanti per separazione delle cellule mediante centrifugazione
• Siero, ottenuto lasciando coagulare il fibrinogeno e rimuovendo poi il coagulo.

Coagulazione

La coagulazione del sangue o coagulazione ematica è il risultato di una serie di processi nei quali, all'interno o all'esterno di un vaso sanguigno si viene a formare un coagulo o un trombo. Il processo di coagulazione è unico, ma si può distinguere una sua versione fisiologica che è detta emostasi e conduce alla riparazione di una ferita, mentre la versione patologica della coagulazione, la trombosi, può portare a conseguenze anche gravi. 
L’emostasi è il meccanismo che consente all’organismo di interrompere la fuoriuscita di sangue da un vaso lesionato. Questo processo prevede la coagulazione del sangue.

• Un’eccessiva coagulazione può ostruire vasi sanguigni non interessati da sanguinamento
• Una coagulazione insufficiente può provocare un sanguinamento eccessivo a causa di una lesione lieve

Di conseguenza, l’organismo possiede meccanismi di controllo per limitare la coagulazione e dissolvere i coaguli non più necessari. Le anomalie del sistema che protegge l’organismo dalle emorragie possono comportare un sanguinamento eccessivo o una coagulazione eccessiva, condizioni entrambe pericolose. In presenza di difetti della coagulazione, perfino una lesione lieve di un vaso sanguigno può causare una grave perdita di sangue. In caso di coagulazione eccessiva, i vasi di piccolo calibro in punti critici possono essere ostruiti da coaguli. I vasi ostruiti nel cervello possono portare a ictus e quelli a livello cardiaco possono causare attacchi cardiaci. Pezzi di coaguli provenienti dalle vene delle gambe, della pelvi o dell’addome possono spostarsi attraverso il torrente ematico e arrivare fino ai polmoni, ostruendo le arterie principali (embolia polmonare).

L’emostasi prevede tre processi principali:

• Restringimento dei vasi sanguigni (vasocostrizione)
• Attività delle particelle ematiche simili a cellule che favoriscono la coagulazione del sangue (piastrine)
• Attività delle proteine ematiche che collaborano con le piastrine nel processo di coagulazione (fattori della coagulazione

Immunologia

L'immunologia è il ramo di scienza biomedica che si occupa della risposta di un organismo alla sfida antigenica e del suo riconoscimento di che cosa è auto e di che cosa non è. Si occupa dei meccanismi di difesa compreso tutti i beni fisici, chimici e biologici dell'organismo che lo aiutano per combattere la sua predisposizione gli organismi, il materiale, ecc. Il sistema immunitario è diviso in quelli che sono statici, o innato all'organismo ed in quelli che sono rispondenti, o adattabile ad un agente patogeno potenziale o ad una sostanza. Il sistema innato di immunità è alle condizioni evolutive, il più vecchio sistema che forma la prima riga di difesa. È non specifico e la resistenza è statica (non migliora con l'esposizione ripetuta e non c'è memoria sulle esposizioni successive). Ciò comprende le difese fisiche quali interfaccia & superfici epiteliali, ciglia, flora commensual, contenuti gastrici acidi, febbre ecc. Altre sono difese biochimiche quale la sostanza solubile - lisozima, reattivi acuti di fase e complemento, fibronectin, interferoni. Le componenti cellulari comprendono le celle di uccisore naturali, fagociti di ricerca. Il sistema adattabile è la seconda riga di difesa ed è attivato una volta che il sistema innato è stato sopraffatto. È specifico all'agente infettivo e può memorizzare le informazioni sull'invasore come memoria per mostrare una risposta migliorata alla sfida successiva.

Biochimica clinica

La chimica clinica, o biochimica clinica, è un ramo della biochimica di laboratorio che si occupa dello studio delle alterazioni biochimiche di natura patologica e dell'applicazione di tecniche analitiche chimico-strumentali ed immunochimiche per effettuare determinazioni diagnostiche o di routine sui liquidi biologici. Essa è di ausilio ai servizi di patologia clinica, specialità medica che si occupa di raccogliere e interpretare i dati analitici provenienti da diversi reparti specialistici di medicina di laboratorio con lo scopo di poter effettuare una diagnosi chiara e precisa. La biochimica clinica rappresenta anche un supporto alla tossicologia, nell'ambito di comuni determinazioni biochimiche. Esistono metodiche di laboratorio particolarmente accurate per la determinazione di specifiche classi di parametri analitici. Quando diverse metodiche, che possono essere utilizzate in modo equivalente, in base alla dotazione di laboratorio, portano a risultati sensibilmente differenti in funzione della metodica utilizzata, è necessario indicare nel referto anche la tecnica utilizzata per effettuare la determinazione dello specifico parametro. Nei casi più comuni, la refertazione viene effettuata indicando il parametro oggetto della misura, il livello di precisione e l'unità di misura utilizzata. I valori ricavati vengono poi comparati con gli intervalli di valori ritenuti fisiologici; in seguito ad anamnesi, esame obiettivo ed eventuali altri controlli specialistici il medico potrà poi essere in grado di effettuare una diagnosi patologica. Vengono comunemente effettuate in chimica clinica le seguenti determinazioni: 

• Carboidrati e loro metaboliti
• Azoto non proteico
• Proteine
• Lipidi
• Ormoni
• Enzimi ed isoenzimi
• Emoglobina e suoi metaboliti
• Elettroliti e oligominerali
• Vitamine
• Emogasanalisi (ioni idrogeno, bicarbonatemia, anidride carbonica, ossigeno)
• Osmolarità
• Sostanze utilizzate per studi funzionali (es. inulina, acido p-amminoippurico, fenosulfonftaleina ecc.)
• Farmaci e tossici

Marker tumorali

I marcatori tumorali sono sostanze, per lo più proteine, che circolano nel sangue e possono essere associate anche a malattie diverse dal cancro, quali situazioni infiammatorie. Tuttavia in presenza di una neoplasia maligna spesso le concentrazioni ematiche di marcatori sono molto superiori alla norma e pertanto questi sono a volte usati come indicatori indiretti dello stato della malattia e della sua possibile progressione. Nella fase diagnostica invece i marcatori tumorali possono a volte indirizzare o confermare una diagnosi, ma da soli non sono sufficienti a stabilire la diagnosi di tumore. Devono essere sempre considerati insieme all'esito di altri esami clinici e strumentali. Quando un tumore è presente ed è stato diagnosticato, l’andamento dei marcatori può essere utile a misurare la risposta a un trattamento e a seguire l’evoluzione della malattia. Quando i marcatori sono affidabili, possono essere un metodo semplice e poco invasivo per seguire nel tempo l'evolvere della malattia oppure per individuare precocemente una ripresa dopo una remissione. Tuttavia, data la complessità della malattia tumorale, non esistono marcatori che siano sempre attendibili, né un marcatore unico e specifico per tutte le forme di cancro. È inoltre importante sottolineare che nessuno dei marcatori e dei test attualmente disponibili è consigliato come strumento di screening per la diagnosi precoce di un tumore, soprattutto in assenza di disturbi che facciano sospettare la malattia. Peraltro alcuni di questi marcatori possono risultare positivi per ragioni diverse dal cancro (falso positivo) e, viceversa, è possibile che un tumore, soprattutto se di piccole dimensioni, non si rifletta in un corrispondente significativo aumento del marcatore (falso negativo). Alcuni marcatori sono prodotti solo dalle cellule di un organo e quindi sono specifici di un particolare tumore. Il PSA, per esempio, è l’antigene prostatico specifico, prodotto dalla ghiandola prostatica e la sua concentrazione può crescere in uomini con carcinoma della prostata, iperplasia prostatica benigna, infezione o infiammazione della ghiandola prostatica. Altri marcatori possono aumentare in presenza di più tipi di tumore. Il CA 125, o antigene tumorale 125, si può trovare in alte concentrazioni nel sangue di pazienti con diversi tipi di tumore tra cui il carcinoma dell’ovaio. Il CEA, o antigene carcino-embrionario, è una sostanza che si può trovare nel sangue di pazienti che hanno il cancro del colon, altri tipi di cancro o malattie, o in quello di persone che fumano tabacco. L'alfafetoproteina (AFP), normalmente prodotta dal feto, può suggerire la presenza di un tumore del fegato primario o di un tumore delle cellule germinali quando si trova ad alta concentrazione in uomini adulti e donne non in gravidanza.

Endocrinologia

Il sistema endocrino è un complesso sistema di cellule endocrine distribuite in tutto l’organismo, responsabili del controllo e della regolazione, insieme al sistema nervoso, tutte le funzioni corporee. Queste possono costituire organi specifici, le ghiandole endocrine, o essere frammiste a cellule con funzione diversa nell’ambito di organi non endocrini (sistema endocrino diffuso). Così come il sistema nervoso usa gli impulsi nervosi per la trasmissione delle informazioni di controllo, il sistema endocrino usa molecole con funzione di messaggeri chimici chiamate ormoni.Gli ormoni sono prodotti, conservati e rilasciati dalle ghiandole endocrine nel circolo ematico, attraverso il quale possono raggiungere specifici tessuti, cellule o organi bersaglio e svolgere la loro funzione biologica a distanza variabile. Ciascun bersaglio possiede recettori specifici per ciascun ormone; ogni ormone è in grado di legarsi a più recettori differenti innescando così risposte specifiche differenti in cellule bersaglio differenti (ad esempio lo stesso ormone può avere un effetto attivatorio in alcune cellule ed inibitorio in altre). Il sistema endocrino è costituito da una fitta rete di elementi interconnessi. L’ipotalamo, localizzato nell’area centrale inferiore dell’encefalo, produce, sotto l’influenza del sistema nervoso centrale, differenti ormoni in grado di stimolare o inibire l’ipofisi, localizzata sotto l’ipotalamo all’interno della sella turcica. I segnali di origine ipotalamica, determinano l’aumento o la diminuzione della produzione di ormoni da parte dell’ipofisi che li rilascia all’interno del circolo ematico. Gli ormoni rilasciati dall’ipofisi possono così raggiungere, tramite il circolo ematico, i tessuti e gli organi bersaglio come le ghiandole endocrine tiroide, surrene, testicoli e ovaie.La maggior parte delle ghiandole endocrine sono strettamente controllate tramite un sistema a feedback, importante nel mantenimento del corretto equilibrio ormonale. Per esempio, l’ipotalamo rilascia l’ormone CRH (dall'inglese corticotropin-releasing hormone, ormone di rilascio della corticotropina) che stimola l’ipofisi alla produzione di corticotropina (ACTH). La corticotropina stimola quindi le ghiandole surrenali alla produzione di cortisolo. Il raggiungimento di livelli adeguati di cortisolo nel circolo sanguigno, determina l’inibizione della produzione di CRH e ACTH ad opera di ipotalamo e ipofisi, creando così un controllo a feedback negativo. Alcuni ormoni, come il cortisolo, vengono rilasciati secondo ritmi giornalieri o mensili. Ad esempio, i livelli di cortisolo sono di solito più alti al mattino e più bassi nel tardo pomeriggio. I livelli dell’ormone ipofisario FSH (ormone follicolo stimolante) e dell’LH (ormone luteinizzante), hanno un andamento mensile piuttosto regolare, il cui aumento e diminuzione determina la regolazione del ciclo mestruale femminile. Altri ormoni possono essere normalmente assenti o presenti in quantità minime, per poi essere rilasciati in particolari situazioni, come l’adrenalina in risposta a situazioni di stress. La funzionalità delle ghiandole che compongono la rete del sistema endocrino è in genere strettamente correlata; pertanto, il più delle volte, qualsiasi affezione colpisca una delle ghiandole endocrine, ha delle ripercussioni anche sulle altre. Per esempio, una patologia ipotalamica può influenzare la funzionalità ipofisaria e di conseguenza anche degli altri organi da essa regolati. Le patologie a carico del sistema endocrino possono essere classificate come:
  • Primarie – riguardano gli organi bersaglio (ad esempio la tiroide, il surrene ecc…)
  • Secondarie – riguardano le ghiandole che regolano gli organi bersaglio (in genere l’ipofisi)
  • Terziarie – riguardano l’ipotalamo
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